giovedì 7 gennaio 2010

"Dalle monetine alla statuetta.Se ne esce con una Costituente"

RINO FORMICA.Cicchitto o Mauro?"repubblica si è vantata per anni di aver realizzato un giornale-partito,e lo stesso Eugenio Scalfari ha scritto che "l'informazione deve farsi strada anche con il machete".

Per farlo affermano i promotori del documento,"si devono separare i conflitti politici e sociali quotidiani dalle questioni "alte" del riassetto dell'architettura dello stato che per essere durature e di ampio respiro hanno bisogno di serenità e distensione".Uno dei responsabili della proposta,lex ministro delle Finanze Rino Formica,ne chiarisce i termini partendo dall'attualità politica.
INDIDUA ANLOGIE TRA L 'AGGRESSIONE A BERLUSCONI E QUELLA CONTRO BETTINO CRAXI NEI PRIMI ANNI NOVANTA?
Quanto all' accaduto di Milano,come la manifestazioni di violenza diffusa,prende corpo quando al dibattito politico si sostituisce l' invettiva e la demolizione personale.Il gesto contro il premier ha radice profonda nel lancio del 1993 a Craxi.Solo che allora queste manifestazioni costituivano la parte più bassa della vita pubblica,mentre oggi ne rappresentano la versione quotidiana,poichè nella politica si sono inserite vere e proprie plebi,come quella di Antonio Di Pietro.E la plebe non è il popolo,da sempre il riferimento ideale della cultura e dell'azione socialista.
CHI E' IL MAGGIOR RESPONSABILE DI QUESTO CLIMA?
La ricerca di ha cominciato per primo a soffiare sul fuoco è roba da cortile.L'atmosfera di alta conflittualità e tensione è stata coltivata a lungo come surrogato dell' assenza della politica.E in questo terreno ci sono i vili,che si limitano al chiasso,e gli avventuristi,che vanno alla ricerca del "gesto esemplare" come accaduto domenica sera.
FABRIZIO CICCHITTO ACCUSA REPUBBLICA DI ISPIRARE LA CAMPAGNA D'ODIO CONTRO IL CAVALIERE.EZIO MAURO REPLICA PARLANDO DI TENTATIVO DI IMBAVAGLIARE LA LIBERTA' DI STAMPA.QUAL'E' IL SUO GIUDIZIO?
Tutti devono fare un esame di coscienza sugli atti compiuti fino a oggi.Ma Repubblica si è vantata per anni di aver realizzato un giornale-partito,e lo stesso Eugenio Scalfari ha scritto che "l' informazione deve farsi strada anche con il machete".
TORNANDO AL TEMA DELLE RIFORME,VEDE AFFINITA' TRA LA POLITICA DI BERLUSCONI E QUELLA DI CRAXI?
Vede,tra poco sarà il decennale della scomparsa del leader socialista,ma anche il trentennale della sua proposta di grande riforma costituzionale ,lanciata nel 1979.Se vogliono rendergli un omaggio leale e sincero,un riconoscimento della sua capacità anticipatrice di temi ancora attuali,le forze poliche dovrebbero fare una riflessione politica di sistema.E il cavaliere deve fare un netto salto di qualità,per essere davvero un riformatore delle istituzioni anzichè un gestore ,se pur dinamico,della realtà italiana.Soprattutto alla luce del fatto che chi ha sempre invocato l' intangibilità della Costituzione antifascista oggi si raccoglie attorno alle bandiere di Gianfranco Fini.
E' OTTIMISTA SUL SUCCESSO DELLA VOSTRA INIZIATIVA?
Guardi,le posso dire che se non si vuole accettare questa proposta temo che le riforme istituzionale resteranno ancora a lungo una pura ipotesi.Pensi al dibattito sul nuovo Senato federale,che rischia di impantanarsi tra le tante indicazioni sulla sua elezione e sulle sue competenze.C'è poi un altro elemento che mi sembra politicamente significativo.
QUALE?
L'affinità su questo terreno,ancora una volta,tra Francesco Cossiga e noi socialisti.Il suo messa ggio alle camere del 1991 ,documento di grande attualità in cui esortava al dibattito sulle innovazioni costituzionali,non venne controlimato dal premier dell ' epoca Giulio Andreotti , ma dal Guardasigilli Claudio Martelli.Un episodio che riflette la scarsa volontà del ceto politico di affrontare questo nodo Ragione per cui abbiamo rilanciato l'idea dell'Assemblea Costituente.
SUI CONTENUTI DELLA RIFORMA PORRETE LIMITI?
No,questo organismo deve operare liberamente senza ratificare decisioni assunte dai partiti.Ecco perchè deve essre eletto con il meccanismo proporzionale ben diverso da quello oggi previsto per il parlamento che altera e falsa l'espressione della volontà polpolare.

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